Costruito in tempi record a partire dal 1618 per celebrare la sosta a Parma del granduca di Toscana, il Teatro Farnese è una delle più straordinarie architetture teatrali del Seicento.
Era il teatro di corte dei duchi di Parma e Piacenza e proprio Ranuccio I, duca di Parma e Piacenza, lo commissionò per celebrare con un grandioso spettacolo la visita di Cosimo II diretto a Milano per onorare la tomba di san Carlo Borromeo.
L’architetto a cui venne affidata l’opera era Giovan Battista Aleotti, detto l’Argenta, che lo aggiunse al primo piano del Palazzo della Pilotta. Per la sua progettazione si ispirò al Teatro Olimpico di Vicenza del Palladio.
Il palcoscenico misurava 40 metri di lunghezza e l’ampia cavea ad U era formata da quattordici gradini dove trovavano posto circa 3000 spettatori. Per la realizzazione vennero utilizzati l’abete rosso del Friuli per la struttura, mentre per la parte decorativa lo stucco dipinto per simulare il marmo.
Le sculture erano di gesso con anima in paglia. Dedicato a Bellona, dea della guerra, ed alle Muse, il Teatro Farnese non venne però utilizzato per quasi dieci anni. Il viaggio di Cosimo II a causa di una malattia venne purtroppo annullato. L’inaugurazione, con lo spettacolo Mercurio e Marte, arrivò solo il 21 dicembre del 1628 in occasione delle nozze del figlio di Ranuccio con Margherita de’Medici, figlia di Cosimo.
Il teatro Farnese cadde però ben presto in abbandono, e venne quasi completamente distrutto dalla II Guerra Mondiale. Ricostruito intorno agli anni 60, solo da pochi anni è tornato ad ospitare eventi teatrali.
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